Alzi la mano chi di recente ha rimuginato su una cosa passata o si sta facendo mille paranoie per il futuro? Tutti, vero?
In un mondo basato sul fare e sul raggiungere, dove consumiamo oggetti, esperienze e momenti troppo velocemente, concentrandoci sui problemi più che sulle opportunità… vivere il presente è diventato una rarità. Le nostre giornate volano, ma spesso non sappiamo neanche dove e come.
Vi ritrovate? Anche voi pensate sia ancora gennaio e invece siamo a marzo e non vi ricordate cosa avete fatto un’ora fa?
Il potere del qui e ora: un viaggio millenario
Oggi vi porto in un viaggio che ci aiuterà a comprendere come riappropriarci del nostro tempo, anzi come viverlo meglio e più pienamente.
Circa cinque secoli prima di Cristo, Siddartha Gautama, in arte Buddha, fu tra i primi a porre l’attenzione sul vivere il presente tramite la meditazione consapevole, con la quale cercare di essere presenti nell’esperienza del momento.
Migliaia di chilometri più a ovest e qualche secolo dopo, Epicuro parlava di atarassia (ovvero l’assenza di turbamento) e invitava a vivere senza ansia, apprezzando i piaceri semplici e a non farsi ossessionare né dal passato né dal futuro.
Dalla Grecia a Roma, per i filosofi stoici concentrarsi sul presente e accettare ciò che non possiamo cambiare era un vero e proprio mantra. Marco Aurelio, grande imperatore e stoico scriveva:
“Il passato e il futuro sono illusioni; viviamo solo nel presente, eppure non sappiamo godere di esso.”
Cosa significa realmente vivere nel presente?
Vivere il presente è un approccio alla vita che consiste di tre parti principali:
1. Fare pace con il passato
Eckart Tolle, filosofo e scrittore contemporaneo scrive: “Il passato non ha potere su di te. Ha potere solo se glielo dai.” E noi gliene diamo un botto.
Il concetto qui è semplice. Il passato è finito e non ci possiamo fare nulla, quindi è inutile perdere tempo, energie e neuroni a vivere tra rimpianti, rimorsi e rimugini vari.
Non hai superato l’esame, ti hanno segato ad un colloquio, potevi andare a destra invece che a sinistra, chissà cosa sarebbe successo se… basta. Tutte cose finite, concluse, immutabili.
Come dicevano gli stoici, agisci su ciò su cui hai controllo, sul passato non ce l’abbiamo.
2. Liberare il futuro dalle ansie
Il Dalai Lama ci spiega molto chiaramente come il futuro sia, in qualche modo, uguale al passato. Lui dice:
“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri e l’altro si chiama domani.”
Come per il passato, non abbiamo grande influenza sul nostro futuro. Certo, se scrivo questo episodio probabilmente lo pubblicherò e, come al solito, milioni di lettori arriveranno, ma se poi non arrivano? E se non piace? E se ho sbagliato una citazione? Oddio diventerò lo zimbello dei social.
Ecco, questo è il nostro rapporto col futuro. Ci preoccupiamo di cose che, probabilmente non succederanno mai.
3. Abbracciare il presente
Se dimenticarsi del passato è difficile e non preoccuparsi del futuro è auspicabile, vivere il presente è facilissimo, ma dipende come.
Vivere il presente significa non dare importanza a ieri e domani, ma soprattutto vivere ogni esperienza con attenzione, accettazione e consapevolezza.
Significa esserci, rendersi veramente conto di quello che stiamo facendo – che sia la scalata del K2 o mangiare una mela – e godersi il momento.
Epitteto, grande pensatore stoico, associa il vivere il presente ad un concetto ancora più grande, la felicità:
“Non dimenticare che la tua felicità dipende da ciò che fai nel presente, non da ciò che accadrà domani.”
Semplice, ma potente. Non riporre la tua felicità in qualcosa che speri accadrà, ma associala a ciò che fai ora.
Cosa NON significa vivere nel presente
Per evitare fraintendimenti, è importante chiarire alcuni punti:
- Non significa negare il passato e il futuro. Dal passato impariamo e verso il futuro andiamo, quindi sono entrambi preziosi a patto che non ci influenzino e ci rubino energie e serenità.
- Non significa essere irrazionali e menefreghisti. Non viviamo il presente fregandocene di tutto e tutti e facendo le peggio cose, tanto chissene frega del domani. Viviamo con consapevolezza il momento e agiamo in maniera responsabile e sensata.
- Non significa evitare di riflettere e imparare. Non eliminiamo le nostre esperienze e desideri, ma cerchiamo di trarre insegnamenti, migliorare e agiamo con lucidità.
- Non significa fuggire dalle emozioni difficili. Certo, nel presente ci sono anche quelle e non mettiamo la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Al contrario dobbiamo imparare a conviverci con la consapevolezza che anche loro fanno parte della vita.
Vivere il presente – I benefici scientificamente provati
Quando ho iniziato a studiare per diventare coach, mi sono imbattuto in uno dei pilastri di questa pratica che è proprio la presenza, l’esserci, ora con tutto me stesso. Devo ammettere che io ero campione mondiale (a tratti olimpico) di rimuginare sul passato e stressarmi sul futuro, ma per poter diventare un coach ho dovuto in primis lavorare su di me e provare questo nuovo approccio.
Da lì sono partito e, anche se la strada è lunga e probabilmente infinita, oggi sono molto migliorato. Come dico sempre, questione di allenamento!
I benefici che ho sperimentato personalmente:
- 97% di riduzione dell’ansia. Sul futuro sono bravo, ho proprio tolto il pensiero “Chissà domani cosa succederà…” NO, non mi interessa, ci pensiamo domani. E ragazzi quanto funziona questo semplice atteggiamento.
- 91% in più di fiducia. Oggi faccio ciò che credo sia giusto, utile, corretto per affrontare un domani che non mi spaventa più. Dai, mi spaventa meno.
- 34% in più di felicità. Su questo ho fatto passi, non da gigante, ma ora riesco a decidere che alcune cose me le voglio godere, vivere e ricordare. E se decidi di volerlo, poi lo fai, e ti accorgi che questi momenti sono più intensi e più duraturi.
Le percentuali le ho messe solo per darvi un ordine di grandezza, ma il punto è che sin da subito ho visto dei miglioramenti e, come vediamo sempre in questo blog, l’importante è fare un piccolo passo, ogni giorno, no?
Gli studi scientifici confermano:
1. Riduzione dell’ansia e dello stress
Uno studio del 2008 degli psicologi Liberman e Trope ha documentato una diminuzione significativa dei livelli di ansia e stress, mostrando come focalizzarsi sul “qui e ora” possa alleviare preoccupazioni e tensioni legate a eventi passati o futuri.
2. Maggiore consapevolezza e costruzione di senso
Sempre nel 2008, Collard e Walsh, un’educatrice terapeuta e uno psicologo ricercatore, hanno postulato che un atteggiamento orientato al presente aumenta la consapevolezza del momento vissuto, permettendo una percezione più intensa e significativa delle esperienze quotidiane.
3. Approccio prosociale e benessere relazionale
Nel 2009, Roeser e Peck, altri due psicologi ricercatori americani, hanno riscontrato che vivere nel presente è associato a un miglioramento delle interazioni sociali e a una predisposizione a comportamenti altruistici. Questa focalizzazione sul momento presente facilita una maggiore empatia e connessione con gli altri.
4. Maggiore qualità della vita
Lo scienziato Matt Killingsworth, mediante uno studio nel 2010 su un campione di 15.000 persone in 80 paesi diversi, ha dimostrato che l’essere umano è più felice quando è consapevole del momento presente, mentre siamo meno felici quando la nostra mente prende la Delorian di Ritorno al Futuro e va avanti e indietro nel tempo. Il buon vecchio Matt sosteneva che:
“La chiave della felicità non dipende dalle circostanze esterne della vita, ma dallo stato della mente e dalla qualità della consapevolezza.”
Perché facciamo così fatica a vivere nel presente?
Nonostante tutti questi benefici, perché è così difficile per noi vivere nel qui e ora? Ci sono diverse ragioni:
1. Siamo programmati così
La nostra mente è progettata per anticipare il futuro e riflettere sul passato. L’uomo delle caverne andava a letto e pensava: “E se domani non trovo un bel cinghiale cosa mangio?” E sempre il nostro cavernicolo imparava dai suoi errori: “Questa volta non corro come un pazzo dietro ad un cervo, magari costruisco un arco e gli faccio un’imboscata.”
Difficile scardinare una forma mentis ancestrale, lo so.
2. Pressione sociale
Questo motivo è sfaccettato e copre tanti aspetti: una società che si basa sul fare più che sull’essere, una società che si aspetta che pianifichiamo la nostra vita (scuola, lavoro, matrimonio, figli), una società che spesso identifica le persone con ciò che fanno, una società che sin da bambini mette pressione sul futuro. “Se studi avrai buoni voti e diventerai…uno youtuber” (versione aggiornata al 2025 delle frasi anni ’90).
3. Il nostro ego e l’effetto social
Ci bulliamo di ciò che abbiamo fatto, di chi siamo stati e di chi diventeremo. E se non siamo tra i vanitosi siamo tra quelli che scrollano i social e pensano di essere gli ultimi. E allora via di nuovo con il sognare un futuro incredibile o non dormire pensando agli errori commessi.
4. La paura del vuoto
Abituati a stimoli continui, non siamo più capaci di stare fermi, annoiarci, non fare nulla. Abbiamo bisogno di andare avanti o ripensare a cose successe. Di riempirci mente e giornate di cose. A volte siamo così auto sabotatori che abbiamo bisogno di crearci dei problemi che non esistono.
5. Stress e accumulo
Con mille cose per la testa che tutti noi abbiamo, è veramente dura fermarsi e vivere con gusto il presente.
Strategie pratiche per vivere meglio il presente
Essere concentrati sul presente è un modo di vivere, un approccio, una pratica. E come tutte le pratiche, più ci alleniamo e più miglioriamo. Il nostro obiettivo non è diventare zen, ma riuscire a fare meglio un po’ alla volta. Quindi siate indulgenti con voi stessi e datevi tempo.
Ecco le mie quattro aree di lavoro personali per vivere meglio il presente:
1. Rallentare
Andando più piano possiamo assaporare il momento, possiamo gestire meglio le emozioni, e renderci conto di quello che succede veramente dentro e fuori di noi.
2. Fermarsi
A volte dobbiamo proprio dire stop. C’è anche una tecnica specifica che si chiama STOP ed è un acronimo per:
- S = Stop (fermati un attimo)
- T = Take a breath (fai un respiro profondo)
- O = Observe (osserva ciò che provi senza giudicare)
- P = Proceed (procedi con maggiore consapevolezza)
Fermarsi ci obbliga un po’ a essere presenti, a staccare la spina, a non passare da un compito all’altro.
3. Dare importanza alle piccole cose
Lo scrittore americano Robert Brault scrive una frase banale, ma quanto mai vera:
“Goditi le piccole cose, perché un giorno potresti guardarti indietro e capire che erano le grandi cose.“
Dobbiamo valorizzare maggiormente le nostre giornate, i nostri gesti, i nostri momenti. A volte ci sembrano piccoli e insignificanti, ma spesso è proprio perché non riusciamo a goderceli.
4. Fare il massimo
Se è vero che dobbiamo dimenticarci dell’ansia futura, è altrettanto vero che tutto ciò che facciamo oggi avrà un impatto su domani. Vivere il presente non significa fregarsene e fare come Homer Simpson che vorrebbe solo bere birra, mangiare hot dog e stare sul divano. Impegniamoci oggi, diamo valore alle nostre azioni e mettiamo tutto il focus che possiamo su quello che ADESSO stiamo facendo. Questo ci aiuterà sia a essere più presenti, e sicuramente ci farà fare un lavoro migliore, qualsiasi esso sia.
Conclusione: un passo alla volta verso la consapevolezza
Abbiamo fatto un bel viaggio che ci ha portato da Buddha agli studi scientifici che ci confermano che vivere nel presente è una bomba fino a strategie e azioni da mettere in campo per approcciare nella maniera giusta il tema di oggi.
Come sempre, se volete condividere i vostri feedback, commenti e idee fatelo, sono fondamentali per me per continuare a migliorare.
E ricordate che ogni traguardo, ogni obiettivo inizia con un piccolo passo e tanto allenamento!
Questo post è tratto dall’episodio 5 del mio podcast “Vorrei e Posso” un podcast dedicato al benessere e alla crescita personale. Ascolta l’episodio completo su Spotify o sulle altre piattaforme di streaming.