Alzi la mano chi sa cos’è l’effetto carrozzone! E l’illusione della frequenza? E l’effetto Mandela?
Questi sono solo alcuni dei quasi 200 bias cognitivi che ogni giorno influenzano il nostro pensiero e le nostre decisioni, spesso senza che ce ne accorgiamo.
La parola “bias” è ormai entrata nel nostro lessico quotidiano, ma sappiamo davvero cosa sono questi inganni mentali? Da dove nascono e perché il nostro cervello non può farne a meno? E soprattutto, cosa possiamo fare per evitare di esserne completamente in balia?
In questo articolo esploreremo il mondo dei bias cognitivi, capiremo la loro origine e analizzeremo i più comuni, fornendoti strategie pratiche per riconoscerli e limitarne gli effetti nella tua vita quotidiana.
Cos’è un Bias Cognitivo: Origine ed Etimologia
Il termine “bias” ha una storia affascinante. Deriva dal greco “epikarsios” che significava obliquo, di traverso. La parola si è evoluta nel tardo latino “byassus” o “bifax” che indicava qualcosa di inclinato su un lato o con due facce, e poi nel francese antico “biais” (obliquo, inclinato, storto).
Nella Francia medievale, questo termine veniva utilizzato sia nella tessitura che nel gioco delle bocce per descrivere l’inclinazione dei tessuti o la deviazione delle palle dalla loro traiettoria. Gli inglesi adottarono il termine in senso più ampio e figurato per indicare una tendenza o inclinazione in un certo modo di pensare.
Oggi in inglese “to be biased” significa “essere di parte” e in effetti, i nostri bias cognitivi si schierano e ci fanno vedere la realtà attraverso scorciatoie mentali che spesso si rivelano imprecise o errate.
Euristiche: Le Madri dei Bias
Prima di definire chiaramente cosa sono i bias cognitivi, dobbiamo introdurre un altro concetto fondamentale: le euristiche.
Le euristiche sono scorciatoie mentali, strategie cognitive che utilizziamo per arrivare più velocemente e semplicemente a una soluzione. Le utilizziamo per:
- Filtrare le informazioni (troppe da gestire per il nostro cervello)
- Valutare rapidamente una situazione
- Trarre conclusioni semplici
In sintesi, le euristiche sono processi mentali intuitivi che ci aiutano ad avere un’idea generale con cui prendere decisioni veloci. Non sono segno di pigrizia mentale, ma una strategia di sopravvivenza del nostro cervello, che cerca di risolvere i problemi nel più breve tempo possibile e con il minimo sforzo.
Le caratteristiche principali delle euristiche sono tre:
- Le utilizziamo per i problemi quotidiani
- Aiutano a semplificare i compiti mentali più complessi
- Producono soluzioni prevalentemente valide
E qui sta il punto: “prevalentemente” valide. Le euristiche non sono infallibili e, quando falliscono, si trasformano in bias.
I Bias Cognitivi: Euristiche Inefficaci
I bias cognitivi sono quindi euristiche che falliscono, pregiudizi astratti basati non sulla realtà ma su supposizioni a priori. Possiamo vederli come errori derivanti da un uso sbagliato o eccessivo delle euristiche.
Un Esempio Pratico
Per capire meglio la differenza tra un’euristica efficace e un bias, consideriamo due esempi basati sull’euristica della “rappresentatività” (usata per stimare le probabilità che qualcosa appartenga a una determinata categoria):
Giudizio Corretto: In ospedale vediamo una persona con il camice bianco. Il nostro cervello, tramite un’euristica, ci dice che è un medico. In questo caso, l’associazione semplice e immediata ci porta a un risultato corretto.
Giudizio Errato: A una cena incontriamo una persona vestita in maniera sgargiante e, senza altre informazioni, decidiamo che probabilmente è un artista piuttosto che un medico o un meccanico. In realtà, statisticamente è più probabile che sia un medico o un meccanico. La nostra euristica ha fallito e siamo caduti in un bias di rappresentatività basato su stereotipi e mancanza di dati oggettivi.
Quanti e Quali Sono i Bias Cognitivi?
Non esiste un numero esatto di bias cognitivi, poiché la scienza è in continua evoluzione. Secondo diverse fonti, i bias cognitivi classificati oggi oscillano tra 170 e 200.
I bias possono essere organizzati in base a diversi criteri. Una delle categorizzazioni più interessanti è basata sul problema che tentano di risolvere:
1. Troppe Informazioni
Quando abbiamo troppe informazioni, il nostro cervello deve filtrarle usando piccoli trucchi per arrivare a quelle più utili.
Esempio: Effetto Von Restorff (o effetto isolamento) Quando siamo di fronte a una lista di stimoli omogenei, tendiamo a ricordare quello che differisce maggiormente dagli altri, come un nome complesso in una lista di parole semplici o un colore sgargiante in una scala di grigi.
2. Necessità di Agire Velocemente
Quando dobbiamo prendere decisioni rapide, specialmente in situazioni nuove, il nostro cervello cerca scorciatoie.
Esempio: Effetto Ikea Diamo un valore esageratamente alto agli oggetti che abbiamo parzialmente contribuito a creare. Uno studio del 2011 ha dimostrato che le persone erano disposte a pagare il 63% in più per un mobile che avevano montato loro stessi rispetto allo stesso oggetto già montato.
3. Dare un Senso alle Cose
Con molte informazioni, poco tempo e conoscenza limitata, cerchiamo di dare una spiegazione rapida agli eventi.
Esempio: Recency Illusion Tendiamo a dare maggiore importanza all’evento più recente, come l’arringa finale di un avvocato rispetto all’intero processo.
4. Scegliere Cosa Ricordare
Con uno spazio di archiviazione mentale limitato, la nostra mente deve selezionare le informazioni che potrebbero esserci utili in futuro.
Esempio: Peak-End Rule Giudichiamo un’esperienza principalmente per come ci ha fatto sentire all’inizio e alla fine, tralasciando tutto quello che c’è in mezzo.
Un altro modalità di raggruppamento dei bias è per area. Uno dei più interessanti per me sono i bias di Giudizio e Decisione.
I Bias di Giudizio e Decisione
Tra le varie categorie di bias, quelli legati al giudizio e alla decisione sono particolarmente rilevanti per il nostro benessere quotidiano. Ecco i principali:
1. Bias di Conferma
Definizione: Tendiamo a cercare, interpretare e ricordare solo le informazioni che confermano le nostre convinzioni, ignorando quelle contrarie.
Esempio: Se crediamo che una dieta funzioni, leggeremo solo articoli positivi ignorando le critiche. Sui social media, gli algoritmi ci mostrano contenuti in linea con le nostre preferenze, creando una “bolla” che limita l’esposizione a punti di vista diversi.
Effetto: Rafforza le nostre credenze preesistenti, anche se errate.
2. Effetto Ancoraggio
Definizione: Facciamo troppo affidamento su un’informazione iniziale (l'”ancora”) quando prendiamo decisioni. Le informazioni successive vengono valutate in relazione a questa, anche se non è rilevante.
Esempio: Durante una negoziazione per l’aumento di stipendio, se il capo propone una cifra bassissima all’inizio, tutti i ragionamenti successivi saranno influenzati da questo punto di partenza.
Effetto: Manipola la nostra percezione del valore, come nei prodotti in “promozione” che ci fanno credere che lo sconto sia significativo.
3. Bias dello Status Quo
Definizione: Preferiamo lasciare le cose come sono, anche quando il cambiamento sarebbe vantaggioso.
Esempio: Continuare a fare un lavoro che non ci piace perché siamo abituati e abbiamo paura del cambiamento.
Effetto: Evitiamo il cambiamento e quindi limitiamo la possibilità di migliorare la nostra vita.
4. Bias della Disponibilità
Definizione: Stimiamo la probabilità di un evento in base a quanto facilmente ci viene in mente un esempio.
Esempio: Dopo aver visto un servizio su un disastro aereo, pensiamo che volare sia molto più pericoloso di quanto sia in realtà.
Effetto: Distorciamo la realtà basandoci su esempi vividi ma statisticamente non rappresentativi.
5. Bias della Previsione Affettiva
Definizione: Diamo troppo o troppo poco valore all’intensità e alla durata delle emozioni che proveremo in futuro.
Esempio: Quando compriamo un nuovo vestito, pensiamo che saremo felicissimi per molto tempo, ma l’entusiasmo scema rapidamente. Allo stesso modo, pensiamo che un evento negativo ci devasterà per anni, per poi scoprire che non è così.
Effetto: Prendiamo decisioni basate su aspettative emotive irrealistiche.
6. Bias del Costo Sommerso
Definizione: Continuiamo a investire tempo, denaro o energia in qualcosa solo perché abbiamo già investito molto, non perché è la scelta migliore.
Esempio: Guardare fino alla fine un film noioso solo perché ne abbiamo già visto più della metà, o rimanere in una relazione insoddisfacente perché dura da tanto tempo.
Effetto: Ci impedisce di abbandonare scelte sbagliate, portando a ulteriori perdite.
7. Effetto Framing
Definizione: Prendiamo decisioni diverse in base a come le informazioni sono presentate, piuttosto che in base alle informazioni stesse.
Esempio: Tra un prodotto che è “90% senza grassi” e uno che “contiene il 10% di grassi”, molti sceglierebbero il primo per una dieta sana, anche se sono esattamente la stessa cosa.
Effetto: Il modo in cui ci vengono presentate le informazioni influenza le nostre decisioni, spesso a nostro svantaggio.
Come Contrastare i Bias Cognitivi: Strategie Pratiche
I bias sono parte del nostro funzionamento mentale e non possiamo eliminarli completamente. Tuttavia, possiamo allenarci a ridurre la loro influenza per prendere decisioni più razionali. Ecco alcune strategie specifiche:
1. Per il Bias di Conferma
Cerca attivamente informazioni opposte alle tue convinzioni. Prova questo esercizio: se hai un’idea forte su qualcosa, cerca tre motivi validi per cui potresti avere torto.
2. Per l’Effetto Ancoraggio
Prima di prendere una decisione d’acquisto basata su uno “sconto imperdibile”, confronta almeno tre alternative diverse. Non farti catturare dalla prima cifra che vedi.
3. Per il Bias dello Status Quo
Identifica tre abitudini che segui da anni in maniera automatica e prova a cambiarne una per una settimana. Questo ti aiuterà a superare la resistenza al cambiamento.
4. Per il Bias della Disponibilità
Cerca fonti attendibili e dati quantitativi invece di basarti su impressioni o aneddoti. Documenta le tue decisioni con fatti verificabili.
5. Per il Bias della Previsione Affettiva
Ripensa a un evento passato che pensavi ti avrebbe reso molto felice o molto triste. Quanto è durata realmente quell’emozione? Usa questa esperienza come riferimento per le tue previsioni future.
6. Per il Bias del Costo Sommerso
Chiediti quanto altro sei disposto a perdere continuando su questa strada. Oppure, rifletti su cosa puoi imparare da questa esperienza per il futuro, ma accetta che è tempo di voltare pagina.
7. Per l’Effetto Framing
Riformula le informazioni da diverse angolazioni per vedere se la tua decisione cambia. Non credere a tutto quello che senti e fatti più domande prima di decidere.
Quattro Passi per Gestire Tutti i Bias
Oltre alle strategie specifiche, ecco un approccio generale in quattro passi per affrontare qualsiasi bias cognitivo:
- Conoscerli e riconoscerli
Scegli un bias alla volta e prova a identificarlo nelle tue decisioni quotidiane per una settimana. - Prendersi del tempo
I bias prosperano nelle decisioni affrettate. Per le scelte importanti, aspetta 12-24 ore prima di decidere. - Cercare prospettive diverse
Anche se può essere scomodo, cerca attivamente fonti e opinioni contrarie al tuo punto di vista. - Usare dati e pensiero critico
Non basarti su titoli sensazionalistici o singole fonti; cerca informazioni verificabili da fonti diverse.
Conclusione
I bias cognitivi sono parte integrante del nostro modo di pensare e non possiamo eliminarli completamente. Tuttavia, con consapevolezza e pratica, possiamo imparare a riconoscerli e a limitare la loro influenza sulle nostre decisioni.
Come in ogni percorso di crescita personale, non aspettarti risultati immediati. Migliorare il proprio pensiero critico richiede tempo e costanza, ma ogni piccolo passo conta.
Ricorda che ogni traguardo, ogni obiettivo inizia con un piccolo passo e tanto allenamento!
Questo articolo è tratto dall’episodio 4 del podcast “Vorrei e Posso”, dedicato al benessere e alla crescita personale. Se ti è piaciuto questo contenuto, puoi ascoltare l’episodio completo su tutte le principali piattaforme di streaming. Spotify Apple Podcast